Monaco buddhista, chi è e come riesce a vivere in serenità

Il Buddhismo in Occidente, si sa, rappresenta più una filosofia di vita di una religione vera e propria. Molte persone si adeguano ad uno stile di vita buddhista per sfruttare la saggezza e la ricerca della felicità insite di una tradizione millenaria orientale.

In Asia, tuttavia, l’aspetto religioso prevale e non è difficile aggirarsi tra le strade di Thailandia, Cambogia o Vietnam ed incontrare qualche monaco buddhista passeggiare con la sua veste classica, diretto al tempio o di rientro a casa propria.

Se vuoi sapere come vive un monaco buddhista e come la pratica lo avvicini alla serenità e alla pace interiore, leggi l’articolo e scopri anche tu come trovare la felicità, senza per forza prendere i voti.

Chi è un monaco buddhista

Un monaco buddhista, noto anche come bhikkhu nel Buddhismo Theravada e bhikshu nel Mahayana, è colui che sceglie di abbracciare una vita di austerità e disciplina spirituale seguendo i precetti del Buddhismo. Questa scelta è guidata dal desiderio di liberazione dal saṃsāra, il ciclo continuo di nascita, morte e rinascita.

I monaci buddhisti adottano un codice di condotta etica molto rigoroso, che include il rispetto dei Cinque o Dieci Precetti. Questi precetti proibiscono comportamenti dannosi come uccidere, rubare, condurre una condotta sessuale impropria, mentire e consumare intossicanti. In molte tradizioni, soprattutto nel Theravada, i monaci osservano ulteriori regole, che possono arrivare fino a 227, coprendo dettagliatamente aspetti quotidiani della vita monastica.

Il processo di ordinazione varia a seconda della scuola buddhista, ma generalmente include una cerimonia formale in cui l’aspirante monaco prende i voti di fronte a una comunità di monaci già ordinati. Questo atto non solo segna il formale ingresso nella vita monastica, ma rappresenta anche un impegno pubblico a vivere secondo gli insegnamenti del Buddha.

Vivere come monaco non è soltanto un’espressione di fede religiosa; è anche un modo di vita che richiede dedizione costante alla meditazione e allo studio. Attraverso queste pratiche, i monaci cercano di sviluppare pāramitā, o perfezioni, che includono virtù come generosità, moralità, pazienza, vigore, meditazione e saggezza. Il fine ultimo è il raggiungimento della piena illuminazione o del Nirvana.

L’impatto di un monaco non si limita alla propria crescita spirituale; questi individui spesso servono anche come guide spirituali e insegnanti per la comunità laica. Offrono consulenza, conducono cerimonie religiose e fungono da ponte tra la dottrina buddhista e la vita quotidiana delle persone.

Aspetto fondamentale da sottolineare è che la vita monastica nel Buddhismo è aperta tanto agli uomini quanto alle donne, anche se le monache (conosciute come bhikkhuni nel Theravada e bhikshuni nel Mahayana) talvolta seguono percorsi di ordinazione leggermente diversi e possono avere regole monastiche differenti. La pratica della vita monastica è vista come un’espressione profonda dell’eguaglianza spirituale e della ricerca universale di liberazione.

Come diventare monaco buddhista

Il percorso per diventare monaco buddhista è profondamente spirituale e richiede un serio impegno personale. La procedura varia significativamente a seconda della tradizione buddhista—Theravada, Mahayana, o Vajrayana—ma condivide alcuni passaggi fondamentali comuni.

  • Esplorare la fede: prima di poter diventare un monaco, è essenziale avere una solida comprensione del Buddhismo. Questo di solito comporta lo studio dei suoi insegnamenti (Dharma) e la partecipazione a pratiche comunitarie. Molti aspiranti monaci trascorrono un periodo frequentando lezioni, ritiri e meditazioni offerti da monasteri o centri buddhisti.

  • Vivere in un monastero come laico: il secondo passo è spesso quello di vivere all’interno di un monastero come laico o come anagarika (una sorta di noviziato laico). Durante questo periodo, gli individui vivono vicino ai monaci, seguendo molte delle stesse regole e partecipando alle attività quotidiane del monastero. Questo permette loro di sperimentare la vita monastica da vicino e di verificare se è il percorso che desiderano veramente seguire.

  • Il periodo di noviziato: dopo aver trascorso tempo come laico, un aspirante può essere ammesso come novizio. Questo stadio è una forma più formale di preparazione, durante il quale il novizio prende alcuni voti e inizia a vivere più da vicino la vita dei monaci pienamente ordinati, ma senza ancora assumere tutte le responsabilità e le regole monastiche. Il periodo di noviziato serve anche come ulteriore periodo di prova per entrambi, il novizio e la comunità monastica.

  • L’ordinazione completa: L’ultimo passo è l’ordinazione completa, nota come upasampada nel Buddhismo Theravada. Questa cerimonia è solitamente condotta da una comunità di monaci già ordinati e rappresenta l’accettazione formale del novizio come monaco a pieno titolo. Durante l’ordinazione, il monaco prende i voti che regoleranno la sua vita da quel momento in poi, promettendo di vivere secondo le regole monastiche, che possono includere centinaia di precetti specifici.

  • Considerazioni culturali e geografiche: è importante notare che il processo di ordinazione può variare anche all’interno delle stesse tradizioni, a seconda delle specifiche regole del monastero o della regione geografica. In alcuni casi, le barriere culturali o linguistiche possono rappresentare una sfida aggiuntiva per gli aspiranti monaci non nativi della regione in cui desiderano ordinarsi.

Diventare un monaco buddhista è quindi un percorso che richiede dedizione, pazienza e una profonda ricerca interiore, ed è considerato uno dei modi più alti di praticare il Buddhismo, dedicandosi completamente alla propria crescita spirituale e al servizio degli altri.

Perché diventare monaco buddhista

La decisione di diventare monaco buddhista è profondamente personale e radicata in motivazioni spirituali che possono variare ampiamente da persona a persona. Tuttavia, ci sono alcune ragioni comuni che spesso emergono come catalizzatori per intraprendere la vita monastica nel Buddhismo.

Una delle motivazioni primarie è il desiderio di liberazione dal saṃsāra, il ciclo incessante di nascita, morte e rinascita. Molti aspiranti monaci sono mossi da una profonda realizzazione della sofferenza intrinseca all’esistenza umana, come insegnato nel primo Nobile Verità del Buddhismo, e cercano di superare queste sofferenze attraverso la pratica spirituale intensiva.

Un’altra ragione significativa è la ricerca della pace interiore e della stabilità mentale. La vita monastica offre un ambiente in cui la meditazione e la contemplazione sono pratiche quotidiane. Queste pratiche sono considerate essenziali per sviluppare la mente, purificarla dalle impurità e dall’attaccamento emotivo che causa sofferenza, e per raggiungere una comprensione più profonda della realtà.

Molti sono anche ispirati dal desiderio di vivere in una comunità di individui che condividono gli stessi valori e aspirazioni spirituali. La vita monastica non è soltanto un percorso di auto-sviluppo, ma anche un’opportunità di costruire e contribuire a una comunità che supporta la pratica buddhista. Essere parte di una sangha, o comunità monastica, fornisce supporto, guida e ispirazione reciproca, che sono visti come componenti vitali per il progresso spirituale.

Inoltre, il desiderio di dedicare la propria vita al servizio degli altri è un forte motore per molti che scelgono la vita monastica. I monaci buddhisti spesso si impegnano in attività di insegnamento, consigliando e assistendo i fedeli laici nei loro viaggi spirituali e nelle sfide della vita quotidiana. Questa vocazione al servizio può essere vista come un’estensione della pratica della generosità, uno dei perfezionamenti morali nel Buddhismo.

Esiste una profonda attrazione verso l’apprendimento e la maestria degli insegnamenti del Buddha. La vita monastica offre l’ambiente ideale per lo studio approfondito dei sutra, dei commentari e delle tecniche meditative. Questo impegno nello studio è spesso motivato dal desiderio di ottenere una comprensione diretta e personale delle verità spirituali, che a sua volta può essere condivisa con gli altri.

L’importanza della meditazione per un monaco buddhista

La meditazione è una pietra miliare della vita monastica nel Buddhismo, essenziale non solo come pratica spirituale, ma anche come fondamento per la realizzazione personale e il servizio agli altri. Nel cuore della pratica monastica, la meditazione è considerata il mezzo più diretto per comprendere la vera natura della mente e della realtà, secondo gli insegnamenti del Buddha.

Il Buddhismo insegna che la causa principale della sofferenza umana è l’ignoranza, specificamente l’ignoranza della vera natura delle cose. La meditazione aiuta a dissipare questa ignoranza attraverso la pratica sistematica dell’attenzione e della consapevolezza. Attraverso la meditazione, un monaco buddhista sviluppa la capacità di osservare la propria mente e le sensazioni senza attaccamento o avversione, il che consente una comprensione più profonda delle Quattro Nobili Verità e del Nobile Ottuplice Sentiero.

La meditazione si articola in diverse forme, ciascuna rivolta a specifici aspetti della mente e della spiritualità:

  • Samatha (calma mentale): questa pratica coinvolge la concentrazione su un singolo punto di focus, come il respiro, per stabilizzare la mente e sviluppare concentrazione. La calma e la concentrazione ottenute attraverso Samatha creano una base solida per le pratiche più avanzate di introspezione e comprensione.

  • Vipassana (visione profonda): questa pratica segue la calma mentale e si concentra sull’osservazione diretta delle caratteristiche della realtà: impermanenza, sofferenza e non-sé. Attraverso Vipassana, i monaci acquisiscono intuizioni profonde sulla natura delle cose, che sono fondamentali per il superamento dell’attaccamento e dell’identificazione con il sé.

Un altro aspetto vitale della meditazione nella vita monastica è il suo ruolo nel sviluppo delle qualità come la compassione e la saggezza. Attraverso pratiche come la meditazione sulla compassione (metta) e altre forme di meditazione Brahmavihara (come karuna, mudita, e upekkha), i monaci coltivano un atteggiamento di amorevole gentilezza verso tutti gli esseri. Queste pratiche aiutano a erodere i confini dell’ego e promuovono una profonda connessione empatica con gli altri, rafforzando il senso di servizio che caratterizza la vita monastica.

Inoltre, la pratica regolare della meditazione fornisce ai monaci la forza e la chiarezza per affrontare le sfide quotidiane della vita monastica e per rimanere fermi nel loro impegno spirituale, nonostante le inevitabili difficoltà e distrazioni. Questa disciplina della mente è fondamentale non solo per la loro crescita personale, ma anche per il loro ruolo di guide spirituali e insegnanti per la comunità laica.

I ritiri spirituali

I ritiri spirituali sono una componente fondamentale nella formazione e nella pratica dei monaci buddhisti, fornendo periodi intensivi dedicati alla meditazione, allo studio e alla riflessione spirituale.

Uno dei ritiri più significativi e strutturati nel Buddhismo Theravada è il Vassa, o il ritiro delle piogge, che dura tre mesi durante il periodo del monsone. Durante il Vassa, i monaci rimangono all’interno dei loro monasteri, dedicandosi intensamente alla pratica meditativa e allo studio. Questa tradizione risale ai tempi del Buddha e serve per rafforzare la disciplina comunitaria e lo studio collettivo delle scritture​​.

I monasteri come Shasta Abbey offrono diversi tipi di ritiri spirituali, tra cui ritiri introduttivi per i nuovi praticanti, ritiri di pratica continua che approfondiscono gli insegnamenti fondamentali del Buddhismo, e ritiri meditativi che si concentrano esclusivamente sulla pratica della meditazione. Questi ritiri sono spesso strutturati per incoraggiare il silenzio e la riflessione interna, alternando sessioni di meditazione seduta con meditazione camminata e lavori comunitari, contribuendo a integrare la pratica spirituale nella vita quotidiana​​.

Plum Village, un altro importante centro di ritiro, offre soggiorni prolungati che permettono ai partecipanti di vivere e praticare insieme alla comunità monastica per periodi che vanno da una settimana a tre mesi durante il Monastic Rains Retreat. Questi ritiri mirano a una immersione profonda nella vita monastica, offrendo l’opportunità di partecipare alle attività quotidiane del monastero e di approfondire la pratica della consapevolezza in un ambiente comunitario​​.

Questi ritiri sono visti non solo come una fuga temporanea dalla vita quotidiana, ma come un modo per sviluppare una comprensione più profonda delle pratiche buddhiste e per rafforzare la propria dedizione spirituale.

La giornata tipica di un monaco buddhista

La giornata di un monaco buddhista è rigorosamente strutturata per mantenere un equilibrio tra le pratiche spirituali, il lavoro comunitario e lo studio personale. Qui di seguito sono elencate le attività comuni che strutturano la giornata:

  • Meditazione mattutina: prima dell’alba, i monaci si svegliano per partecipare alla prima sessione di meditazione. Questo aiuta a stabilire un tono di calma e concentrazione per il resto della giornata.

  • Recita delle preghiere: dopo la meditazione, i monaci spesso partecipano a una sessione di canti e preghiere, recitando sutra e testi sacri.

  • Raccolta di alms o Pindapata: in molte tradizioni, soprattutto nel Theravada, i monaci lasciano il monastero per raccogliere cibo dalla comunità locale. Questa pratica umile ricorda ai monaci la loro dipendenza dalla generosità altrui e rafforza il legame con la comunità laica.

  • Colazione e lavoro comunitario: dopo il ritorno al monastero, i monaci consumano la colazione in silenzio. Successivamente, possono dedicarsi a lavori comunitari, che variano dalla manutenzione del monastero all’assistenza agli anziani e ai malati all’interno della comunità.

  • Studio e insegnamento: il pomeriggio è spesso riservato allo studio dei testi buddhisti e alla preparazione o partecipazione a sessioni di insegnamento, sia per la comunità monastica che per i visitatori e i praticanti laici.

  • Meditazione pomeridiana e preghiere serali: prima della cena, c’è spesso una seconda sessione di meditazione seguita da ulteriori preghiere e canti.

  • Cena e tempo personale: i monaci consumano la loro ultima pasto prima del tramonto, seguito da tempo personale che può essere usato per ulteriore meditazione, lettura o scrittura.

  • Ultima meditazione: prima di coricarsi, i monaci possono partecipare a una sessione finale di meditazione, riflettendo sugli insegnamenti del giorno e preparandosi mentalmente per il riposo notturno.

Questo schema di attività quotidiane non solo sostiene la pratica spirituale continua, ma facilita anche una profonda introspezione e il mantenimento della disciplina monastica. Questo ritmo di vita aiuta i monaci a rimanere focalizzati sul loro cammino spirituale e a vivere in armonia con i principi buddhisti di semplicità e mindfulness.

I monaci buddhisti più famosi della storia

La storia del Buddhismo è costellata di figure monastiche di grande impatto, le cui vite e insegnamenti hanno lasciato un segno indelebile nella religione e nella cultura.

  • Gautama Buddha: fondatore del Buddhismo, la sua vita e i suoi insegnamenti formano il nucleo delle dottrine buddhiste. La sua profonda comprensione della sofferenza umana e il percorso verso la sua cessazione sono centrali nella pratica buddhista.

  • Dalai Lama: il 14° Dalai Lama, Tenzin Gyatso, è uno dei leader spirituali contemporanei più influenti e riconosciuti a livello mondiale. Ha promosso il Buddhismo e la causa tibetana, guadagnandosi il rispetto internazionale per il suo impegno verso la pace e la non violenza​​.

  • Bodhidharma: fondatore della scuola Zen nel Buddhismo Mahayana, Bodhidharma è noto per il suo ruolo nel portare il Buddhismo dalla India alla Cina. La sua enfasi sulla meditazione diretta e l’illuminazione istantanea ha profondamente influenzato il Buddhismo Ch’an in Cina e successivamente lo Zen in Giappone​​.

  • Thich Nhat Hanh: monaco vietnamita che ha introdotto concetti di mindfulness e compassione nel dialogo globale su pace e riconciliazione. È noto per il suo approccio pratico alla pratica buddhista, rendendola accessibile e rilevante nella vita quotidiana moderna.

Queste figure rappresentano solo alcuni dei molti influenti monaci buddhisti che hanno diffuso e arricchito la pratica buddhista attraverso i secoli, offrendo visioni e pratiche che continuano a ispirare milioni di persone in tutto il mondo.

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